Umanamente di Cristo. Madre Maria Candida dell’Eucaristia e Teresa di Gesù

È noto come il P. Luis de Léon, rammaricato perché non aveva conosciuto Teresa di Gesù mentre era in vita, si consolava al pensiero che in fondo la Santa di Avila era ancora in certo modo vivente e conoscibile attraverso due straordinarie fonti: le sue figlie Carmelitane Scalze e i suoi scritti.

Santa Teresa di Gesù nelle sue figlie Carmelitane

In effetti, ancora oggi ci è possibile riconoscere lo spirito di Teresa nelle figure delle grandi Sante e Beate Carmelitane, ognuna delle quali pare sviluppare, nella sua specifica spiritualità, uno dei molteplici aspetti del carisma della fondatrice del Carmelo riformato. Così è possibile rivedere, come attraverso una lente d’ingrandimento, in Anna di S. Bartolomeo la spiccata umiltà che era stata di Teresa e in Anna di Gesù de Lobera gli straordinari doni mistici e di orazione; in Teresa di Gesù Bambino ritroviamo la fiducia senza limiti che la Santa Madre riponeva nella Divina Provvidenza e l’amore a Dio fin nelle più piccole cose; in Maryam di Gesù Crocifisso pare rivivere l’intimità della Serafica Madre con lo Spirito Santo: Santa Teresa ricevette il dono della Trasverberazione del cuore mentre cantava l’inno Veni Creator e anche Santa Maryam ebbe lo stesso dono; in Elisabetta della Trinità è senza dubbio il mistero dell’inabitazione di Dio nell’anima l’aspetto mutuato a piene mani da Teresa; Teresa di Gesù de Los Andes, con la vitalità dei suoi venti anni è l’erede della gioia in Dio della Santa Madre; in Teresa Benedetta della Croce è la funzione vicaria della Carmelitana che sceglie di stare davanti a Dio per tutti1, la caratteristica che più di ogni altra, all’interno dell’articolata spiritualità della Santa tedesca, fa rivivere Teresa di Gesù; Madre Maria Candida dell’Eucaristia sviluppa nella sua spiritualità l’amore e l’adorazione all’Eucaristia, Sacramento unico e privilegiato della Sacratissima Umanità di Cristo, tema distintivo della spiritualità della nostra Santa Madre. In ciascuna delle figlie di Teresa, si erge come vessillo di guerra2 la caratteristica brama di totale immolazione all’Amore di Dio senza nulla riservare a se stesse, e il desiderio di rendere la propria vita consacrata una continua cristificazione, cioè conformazione a Cristo.

Gli scritti di Teresa di Gesù e Madre Candida dell’Eucaristia

Anche gli scritti della nostra Santa Madre rappresentano ancora oggi un mezzo accessibile a tutti per mettersi alla scuola del primo Dottore della Chiesa donna;3 ciò è valso anche per la Beata Madre Maria Candida dell’Eucaristia, che alla fonte della spiritualità teresiana ebbe modo di abbeverare fin da ragazza l’anima sua, assetata del Solo Dios4. È possibile riscontrare qualche parallelo tra gli scritti di Teresa di Gesù e quelli della nostra Mistica dell’Eucaristia.

Scrivere solo per obbedienza

La Santa di Avila scrive solo per obbedienza e per le sue sole figlie:5 non avrebbe mai pensato che i suoi manoscritti, stilati nei ritagli di tempo e nonostante atroci mal di testa e strazi del corpo, avrebbero mai varcato le soglie delle sue amate colombaie.6 Anche Madre Candida scrisse sempre solo per pura obbedienza al padre spirituale o ai superiori7, e anche per lei era inimmaginabile l’ipotesi che qualcuno, al di fuori di loro sarebbe venuto a conoscenza della loro esistenza: pensava che neanche le consorelle li avrebbero mai avuti tra le mani. Inoltre la Beata più volte manifesta la sua difficoltà nello scrivere, e come questo sforzo di pura obbedienza le procuri mal di testa8: questa non può essere un’emulazione di Teresa, ma una curiosa coincidenza!

Entrambe scrivono senza programma né schema impostato in precedenza, e i contenuti delle loro opere sono sempre frutto di esperienza: non scrivono nulla per sentito dire, parlano solo di ciò che hanno sperimentato in prima persona, e sono sempre pronte a rettificare qualche possibile errore di interpretazione dei fatti. “Sono sempre capace di ingannarmi ma non mai di mentire”, scrive Teresa9. E Madre Candida le fa eco, quando in tanti passi dei suoi scritti troviamo espressioni del tipo: “Se non sbaglio.”10 oppure: “Mi sbaglio? Può darsi.”11. A questo proposito è stato detto di Madre Candida che: “Si tratta di un’anima che non vuole ingannare, amante della verità, che teme di non essere fedele nel riferire quanto in lei passa, desiderosa di aprire se stessa come le è stato imposto, senza alcuna alterazione.”12.

L’argomento delle opere

L’argomento degli scritti di santa Teresa di Gesù, pur presentato sotto diverse sfaccettature, è in realtà unico: il rapporto tra la creatura e il suo Creatore, che è possibile fin da questa vita – e anzi è proprio il senso compiuto di questa vita – unicamente per mezzo dell’umanità di Cristo.

In particolare, è interessante riportare una luce sull’umanità di Cristo che Teresa riceve durante il ringraziamento alla Comunione: ella comprende chiaramente che in virtù dell’inabitazione trinitaria abbiamo nella nostra anima solo la presenza della divinità di Gesù; è solo quando riceviamo la Comunione che col sacratissimo Corpo di Cristo riceviamo la Sua umanità, e la possediamo fisicamente solo durante il tempo in cui rimangono in noi gli accidenti eucaristici; allora il Padre accoglie Gesù in noi con grande gioia, perché Egli gradisce molto l’offerta che gli facciamo di Suo Figlio.13

Anche per la nostra mistica dell’Eucaristia esiste, pur nella molteplicità degli argomenti trattati, un unico soggetto nelle sue opere, cioè il Santissimo Sacramento; prova ne è il fatto che quando la Madre Priora, per obbedienza, le chiese di scrivere qualcosa sul Sacro Cuore di Gesù, venne spontaneo alla Beata comporre quella che oggi è considerata la sua opera più rappresentativa, i Colloqui eucaristici: tutto, ogni discorso, ogni meditazione, ogni perché ultimo dell’agire, converge in Gesù Ostia, dove Madre Candida ritrova tutta la Sacratissima umanità di Cristo di cui parla la Santa Madre.

A tal proposito, il teologo che nella causa di beatificazione di Madre Candida ha curato l’aspetto mistico della sua spiritualità dichiarava: “L’Eucaristia occupa un posto centrale nei suoi Scritti, quasi idea fissa, ma in realtà (…) essi costituiscono una testimonianza diretta di una vita esperienziale eucaristica, a livello autenticamente mistico. Si nota una fede profonda, informata da un intenso e ardente amore, che dà al dettato una continua novità espressiva, pur trattando lo stesso argomento.”14.

E ancora il Servo di Dio padre Anastasio del Ss.mo Rosario, che chiama Madre Candida l’innamorata dell’Eucaristia,15 sostiene che la Beata ha penetrato sempre più in profondità il mistero eucaristico, fino a farlo divenire la sorgente ineffabile della sua contemplazione e il centro vitale da cui ha tratto ispirazione per donarsi a Dio.16

Non a caso, dunque, tra tutti gli scritti di Madre Candida, Colloqui eucaristici è ritenuto il più rivelativo dell’indole spirituale della Madre, che può essere caratterizzata come una mistica dell’Eucaristia17: esso “è un gioiello di spiritualità eucaristica vissuta. (…) Una spiritualità eucaristica la sua, non chiusa però alla propria esperienza, come rapporto personale con Gesù-Eucaristia, ma come dimensione di apertura a tutti gli uomini.”18.

Lo stile

Lo stile di Santa Teresa è spontaneo, vivace, costellato di esclamazioni e preghiere che sembrano interrompere il discorso ma che in realtà lo arricchiscono: la Santa si rivolge direttamente al Signore, in un dialogo vivo con Lui che è la migliore conferma di ciò che racconta. Anche se gli scritti di Madre Candida mancano della stessa vivacità degli scritti di Teresa – che sono veramente unici nella storia della letteratura spirituale! –, in essi possiamo riscontrare facilmente la stessa spontaneità, perché è assente un metodo di stesura: in particolare, negli scritti della Beata si trova “molto equilibrio, senza alcuna affettazione o problema stilistico, spontaneità nella descrizione dei sentimenti interiori.”19.

Nelle opere di entrambe, inoltre, troviamo molte esclamazioni dirette a Gesù, come vere frecce d’amore che scoccano verso il Diletto in modo dirompente. I Santi non riescono a stare troppo tempo senza interloquire con lo Sposo celeste! L’affettività appassionata di queste due donne mediterranee emerge dalle pagine infuocate delle loro opere, rivelando un amore vibrante ed esclusivo per il Signore, perché il linguaggio è lo specchio del vissuto.20

Lo stile “affettivo” di Madre Candida

A primo impatto, gli scritti di Madre Candida possono suscitare qualche perplessità in chi li legge, innanzitutto a causa dello stile un po’ ridondante, influenzato certo dalla parlata siciliana di fine Ottocento, e del tutto privi della cosiddetta arte retorica degli addetti ai lavori21. Essi sono stati paragonati alle eruzioni dell’Etna, tumultuose e incandescenti22 perché, in effetti, la Beata manifesta quanto accade nella sua anima in modo a volte irruente e quasi magmatico.23 Ma la difficoltà nasce anche dal fatto che ci troviamo dinanzi a scritti mistici, nel senso più puro che questo termine possa assumere: Madre Candida, così come i suoi grandi maestri spirituali Giovanni della Croce e Teresa di Gesù, sente tutta la difficoltà ad esprimere concetti e a narrare esperienze che vanno al di là delle possibilità espressive della creatura, perché frutto dell’opera di Dio in lei. Espressioni del tipo: “Non so esprimere cosa avvenne in me!”,24 oppure: “O mia divina Eucaristia (…) potessi io per tua lode esprimermi! Potessi io dire ciò che per te sento!”,25 e anche: “Come esprimermi?”26 confermano quanto fin qui detto.

Potremmo dire anche, utilizzando un parallelo che forse piacerebbe a Madre Candida, che questi scritti hanno uno stile eucaristico: come Gesù Eucaristia svela i Suoi tesori celati sotto le specie del Pane e del Vino solo alle anime disposte a intrattenersi con Lui, dedicandogli il tempo necessario per entrare in un’intimità indispensabile per familiarizzare; così gli scritti di Madre Candida non possono solo essere letti superficialmente: essi vanno riletti, meditati, pregati. Solo dopo una certa frequenza con essi, vi si potrà scorgere una miniera di preziose pietre spirituali. E ancora: così come solo i puri di cuore vedono Dio e Lo riconoscono presente nell’Ostia Santa, così Madre Candida si svela attraverso i suoi scritti solo a coloro che hanno il cuore sinceramente aperto all’incontro. Le difficoltà del primo approccio agli scritti di Madre Candida non possono farci perdere di vista la profondità del suo pensiero mistico e tutta la ricchezza del suo mondo interiore, così evidentemente toccato e trasformato dalla grazia di Dio.27

L’impatto con le opere di Madre Candida è stato difficile anche per Marie-Thérèse Huber28, che riteneva, per una Carmelitana, troppo esuberante il temperamento dell’allora Serva di Dio; la giornalista francese trovava certe espressioni d’amore rivolte al Diletto troppo umane, troppo secondo la natura, quasi esagerate!29 Ma leggendo e rileggendo, meditando e pregando su quelle pagine, alla prima un po’ ostiche, capisce che Madre Candida, donna dall’affettività straripante e dal temperamento ricco ed esuberante (pare quasi di parlare di Teresa di Gesù utilizzando questi aggettivi!), è stata forgiata da Dio a partire dal suo “determinato materiale umano, fatto di luci e di ombre, di qualità e di difetti, di possibilità e di limiti. Dio non distrugge la natura umana, ma la afferra, la purifica, la eleva e la trasforma.”30. Lo stile degli scritti di Madre Candida è uno stile che possiamo definire affettivo, perché l’intensità dell’aspetto affettivo in lei era dominante:31 la Beata era stata dotata da Dio di una carica affettiva non comune: ed è con essa che ella ha amato il suo Dio e ha scritto di questo amore! Come è stato poeticamente affermato da Cristina di Lagopesole, Madre Candida ebbe “Sugli spalti dell’amore, santa follia32 per Gesù.

Umanamente di Cristo

Parafrasando Teresa di Gesù che vedeva nell’Umanità di Cristo il solo mezzo attraverso cui Dio Padre rende partecipi dei Suoi segreti le creature,33 potremmo dire che la carmelitana autentica è umanamente di Cristo, perché il veicolo della sua totale donazione a Dio è la sua stessa, seppur fragile, umanità.

Quando Teresa di Gesù sentiva dire a qualcuno che avrebbe desiderato vivere ai tempi di Gesù per vederlo e toccarlo, rideva tra sé e sé perché era certa che nel Sacramento possedeva lo stesso Cristo che allora era visibile, e non aveva così nient’altro da desiderare.34 Ora, di fronte a un Dio che si abbassa fino alla nostra natura mortale per incontrarci, sarebbe veramente sciocco cercare di uscire da questa stessa natura per incontrarlo! Si mancherebbe così al luogo dell’appuntamento.

Madre Candida, basandosi su questo fondamentale insegnamento della nostra Santa Madre Teresa, ha amato il suo Diletto Sacramentato come una sposa ama il suo sposo, riuscendo così a scardinare una certa mentalità un po’ troppo spiritualistica, dove si immagina che nel rapporto dei consacrati col Signore debba essere assente l’umanità della creatura e soprattutto quella assunta dal Creatore. Questa interpretazione non è quella cristiana, né tanto meno quella carmelitana e teresiana: per chi crede nell’Incarnazione del Verbo, la natura umana è il substrato indispensabile sul quale la vita di grazia deve poggiare per concretizzarsi nell’esistenza qui ed ora. Ogni discorso che esula da quest’ottica snatura completamente l’originalità della nostra fede in un Dioincarnato, in Gesù Cristo, Verbo di Dio, che facendosi contemporaneamente vero Uomo, ha scelto di sposare la nostra natura carica di peccato e di limiti, assumendola su di Sé fino alle estreme conseguenze della sofferenza e della morte: tutti siamo stati caricati sulle spalle di Cristo con la Sua Croce, nessuno escluso! Ogni battezzato è membro vivo della Chiesa Sposa tratta dal fianco squarciato del Cristo nuovo Adamo. Questa visione è oggetto dello stupore tutto contemplativo di Madre Candida, che seguendo l’esempio di Teresa, fin da ragazza meditava ogni sera l’agonia di Gesù nell’orto degli Ulivi35 per stare accanto a Gesù nella Sua sofferenza tutta umana.

In Gesù Ostia la Beata contempla il Servo sofferente di HJHW: Egli ha voluto inabissarsi, con grande tenerezza, nelle pene, nelle ripugnanze della nostra natura umana, per santificarle; è grande il desiderio della Beata di penetrare in questa Anima santissima per conoscere l’infinito dolore di Gesù nel vedere il suo Amore rifiutato, la follia di un Dio che si presenta a noi quasi fosse Lui la creatura e la creatura Dio.36 Madre Candida riconosce come conseguenza dell’amore folle di Gesù quello che lei stessa ha definito il suo Calvario eucaristico: così grande era il Suo desiderio di rimanere con noi, che Egli ha accettato in anticipo di subire tutti gli oltraggi, le freddezze e indifferenze che purtroppo sappiamo sono accaduti in questi duemila anni, come lo sposo fedele non abbandona la sua sposa nonostante le avversità. “Lui sapeva quanto gli sarebbe stato dato dagli uomini, in corrispondenza del Suo Amore, e pur rimase nel Sacramento; (…) tutto accetta, tutto preferisce pur di arrivare a me e a me donarsi. Sono cose che mi fanno morire d’amore, trasalire d’immenso stupore!”,37 dice Madre Candida. Come scrisse santa Teresa, Gesù è “nostro compagno nel Ss.mo Sacramento, per il quale ci permette di pensare che, in procinto di salire al cielo, non si sia sentito di allontanarsi da noi neppure di poco.”38

Vere spose di Cristo

Madre Candida è un’autentica mistica dell’Eucaristia39 perché i mistici non si estraniano dalla realtà né la distorcono con fantasticherie soggettive; al contrario, essi penetrano così in profondità il Vero, da riuscire a guardare con chiarezza fin là dove normalmente è impossibile vedere. Così, Gesù è nell’Eucaristia così Uomo per la nostra Beata che in Lui può trovare anche lo Sposo amato e cercato, sebbene invisibile e celato sotto le specie eucaristiche, ma non per questo meno reale di un uomo in carne ed ossa.

Dalle opere di Santa Teresa sappiamo che ella ricevette i più grandi favori di Dio al momento della Comunione; ad esempio, quando Gesù dice a Teresa: “D’ora innanzi tu zelerai il mio onore (…) perché tu sei mia vera sposa”,40 la Santa aveva appena ricevuto il Signore dalle mani di san Giovanni della Croce. Questa rivelazione ci fa comprendere una cosa che per Madre Candida era chiarissima: la Comunione eucaristica è veramente il Matrimonio dell’anima e del corpo della creatura con l’Anima e il Corpo del suo Creatore! Gesù Cristo è presente nel Santissimo Sacramento come Dio e come Uomo, presenti tutta la Sua Anima creaturale, il Suo Corpo creaturale, il Suo Sangue creaturale: “Il suo corpo e il mio sono unificati; il suo sangue irrora e colorisce le mie guance. Sono sposata a Lui, la cui bellezza il sole e la luna rimirano. È più che unione, è fusione.”41

Madre Candida racconta che un giorno, dopo aver fatto la Comunione eucaristica, si è sentita come avvolta dal calore dell’Anima di Gesù, e le è sembrato di non sentire più la sua carne, come se tra lei e Gesù non ci fosse più nessuna separazione. L’unione che ella sperimenta con Gesù è quella di un vero e proprio rapporto sponsale, intimo, che investe anche la sua dimensione corporale:42 “Gesù si spande per tutto il mio essere”43, afferma la Beata. Dopo aver ricevuto Gesù Ostia, ella può chiamarlo sospirando d’amore carne mia, corpo mio44 richiamando facilmente alla nostra memoria quel passo di Genesi in cui Adamo riconosce nella prima donna creata la sua carne,45 e i due diventano una sola carne.46

Essere Maria per Gesù

Poiché in Gesù Ostia è presente tutto il Cristo storico, in Lui Madre Candida trova anche il Pargoletto di Betlemme. “Nato per te, torna a nascere per te sull’altare un numero quasi infinito di volte … Gesù Bambino ti faccia amare l’Eucaristia! L’Eucaristia ti parla di Betlemme e di Gesù Bambino!”47 dice la Beata. L’Eucaristia, allora, può essere accolta in noi come nel grembo materno e noi possiamo circondare Gesù Ostia di tutto l’affetto che una mamma ha per il suo bambino. In realtà, sappiamo che Gesù dona questa dolce possibilità a ciascuna anima che Lo ama, quando dice: “Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me (…) madre!”48 La volontà del Padre è chiaramente quella che Suo Figlio venga amato e adorato come si conviene: non c’è amore più grande di quello di una mamma per il suo bambino, e soprattutto non c’è creatura che abbia amato Gesù più di Maria. “Quando l’Ostia dolcissima sta racchiusa nel mio cuore, io provo le tenerezze di Maria nello stringere Gesù.”49 Ed è quindi a Maria Santissima che Madre Candida chiede aiuto per poter amare il Diletto nel modo più conveniente, chiedendole più volte di darle tutto l’amore del suo Cuore Immacolato per accogliere Gesù nel suo indegno cuore. “Maria le suggerisce come comportarsi degnamente con Gesù”,50 commenta P. Mario Caprioli a proposito di queste considerazioni di Madre Candida.

Anche se questa intuizione mistica è del tutto particolare e tipica di Madre Candida51, essa non la esula affatto dalla più genuina tradizione carmelitano-teresiana. In diverse occasioni anche Teresa di Gesù fa emergere il suo grande amore filiale per la Madre di Nostro Signore; particolarmente nel Castello interiore ella ci ricorda che in Maria abbiamo una grande Madre: “Imitatela, considerate la grandezza e il vantaggio che abbiamo nell’avercela a Patrona.”52

Il Carmelo, d’altronde, è tutto mariano fin dagli esordi del nostro Ordine, e l’imitazione della Purissima53 uno dei peculiari impegni d’amore della nostra spiritualità carmelitana.

Nello specifico della spiritualità di Madre Candida, come poteva incarnarsi questa dolce e consueta pratica carmelitana di fare di Maria il proprio modello di comportamento? Ricopiando l’amore purissimo che Maria ebbe per Gesù e donando tutto questo amore a Gesù Eucaristia! Così, quando era sagrestana Madre Candida si univa a Maria per tutto ciò che riguardava la cura del Ss.mo Sacramento e del santo altare: era felice di avere in quell’occasione le stesse disposizioni che Maria doveva avere nella casetta di Nazareth. Il suo desiderio è quello di prendere il posto di Maria quaggiù, presso Gesù Sacramentato, imitando la Mamma in tutto: tutte le premure, tutte le attenzioni, tutta la tenerezza e la dolcezza di Maria, ella le vuole donare a Gesù nel Sacramento per difenderlo da tutte le freddezze e negligenze che riceve quotidianamente. “Nei miei tratti con Gesù Ostia mi studierò d’essere Maria per rispetto, per adorazione, per tenerezza e amore.”54

La spiritualità eucaristico – mariana di Madre Candida la inserisce a pieno titolo tra le figlie di Santa Teresa di Gesù, come autentica mistica carmelitana dei nostri tempi.

a cura della comunità monastica

note:

1 Cfr. Marco Paolinelli, Stare davanti a Dio per tutti. Il Carmelo di Edith Stein, Edizioni OCD 2013, p. 8: “L’orazione per Teresa Benedetta della Croce è amicizia ed espiazione nel quadro della spiritualità carmelitano-teresiana”.

2 Cfr. Ct 6,4: “Tu sei bella, amica mia, come la città di Tirsa, / incantevole come Gerusalemme, / terribile come un vessillo di guerra”.

3 Santa Teresa di Gesù è stata proclamata Dottore della Chiesa per la sua dottrina sull’orazione da S.S. Papa Paolo VI il 4 ottobre 1970, insieme a Santa Caterina da Siena.

4 Teresa di Gesù, Poesia n.9, in Opere complete, Edizioni OCD 2005, p. 1511.

5 Cfr. Teresa di Gesù, Vita: Prologo; Castello interiore: Introduzione; Fondazioni: Prologo, in Opere …, op. cit., p. 38; p. 759; pp. 1071-1072.

6 Così Teresa definisce i monasteri da lei fondati.

7 Cfr. M. M. Candida dell’Euc., Creatura nuova, Edizioni OCD, 2005, Cap. I, pp. 123-124.

8 Ibidem.

9 Teresa di Gesù, Il castello interiore IV,II,7, in Opere …, op. cit., p. 813.

10 M. M. Candida dell’Euc., Creatura …, op. cit., Cap. II p. 142.

11 Madre Maria Candida dell’Eucaristia, Colloqui eucaristici, Edizioni OCD, 2004, Cap. I, p. 110.

12 P. Antonio Blasucci OFM Conv., Beatificationis et Canonizationis Servæ Dei Mariæ Candidæ ab Eucharistia. De Servæ Dei misticismo, p. 6.

13 Cfr. Teresa di Gesù, Relazioni spirituali, n. 57,in Opere …, op. cit., p. 520.

14 P. A. Blasucci OFM Conv., Beatificationis et Canonizationis …, cit., p. 7.

15 Cfr. Card. Anastasio Ballestrero OCD, Alle sorgenti del carisma teresiano, Monastero Carmelo S. Giuseppe, Locarno- Monti, Pedrazzi Tipografia, 1994, p. 64.

16 Cfr. Card. Anastasio Ballestrero OCD, Presentazione, in M. M. Candida dell’Euc., Nella stanza …, op. cit., p. 37.

17 Cfr. P. A. Blasucci OFM Conv., Beatificationis et Canonizationis …, cit., p. 8.

18 Ibidem.

19 Ivi, p. 7.

20 Cfr. Giancarlo Licitra, Mistica dell’Eucaristia, Edizioni OCD, 2004, p. 136.

21 Cfr. Carmelo Mezzasalma, Introduzione, in Madre Maria Candida dell’Eucaristia, Il canto sulla montagna, Edizioni OCD, 2014, p. 20.

22 Cfr. R. Moretti, Presentazione, in M. Caprioli OCD, Dall’Eucaristia, Edizioni OCD Firenze, 1981, p.6.

23 Cfr. G. Licitra, Mistica …, op. cit., p. 92.

24 M. M. Candida dell’Euc., Creatura …, op. cit., Cap. I, p. 129.

25 M. M. Candida dell’Euc., Colloqui …, op. cit., Cap. I, p. 105.

26 M. M. Candida dell’Euc., Nella stanza …, op. cit., Cap. III, p. 110.

27 Cfr. G. Licitra, Mistica …, op. cit., p. 92.

28 Marie-Thérèse Huber, giornalista francese e moglie di Georges Huber, anch’egli giornalista e diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Erano entrambi ferventi terziari carmelitani e figli spirituali del Beato P. Maria Eugenio di Gesù Bambino OCD.

29 Cfr. Marie-Thérèse Huber, Il linguaggio del cuore, L’affettività in Madre M. Candida dell’Eucaristia. Saggio in appendice a Nella stanza del mio cuore, di Madre Maria Candida dell’Eucaristia, Edizioni OCD, 2004, p. 161.

30 Ivi, p. 163.

31 P. A. Blasucci, Beatificationis et Canonizationis …, cit., p. 9.

32 Cristina di Lagopesole, Nel giardino. Inni in onore della beata Maria Candida dell’Eucaristia e dei Santi del Carmelo, Edizioni Feeria Comunità di San Leolino, 2006, p. 51.

33 Teresa di Gesù, Vita, 22,6, in Opere …, op. cit. p. 214.

34 Teresa di Gesù, Cammino di perfezione, 34,6, in Opere …, op. cit., p. 703.

35 Cfr. S. Teresa di Gesù, Vita, 9,3, in Opere …, op. cit., p. 101; cfr. M. M. Candida dell’Euc., Confessione generale, Scritti inediti, Archivio Monastero di Ragusa, p. 63.

36 Cfr. M. M. Candida dell’Euc., Nella stanza …, op. cit., Cap. III, pp. 120-121.

37 M. M. Candida dell’Euc., Colloqui …, op. cit., Cap. 6, p. 163.

38 Teresa di Gesù, Vita 22,6, in Opere …, op. cit., p. 213.

39 Giovanni Paolo II, Omelia per la Beatificazione di Madre Maria Candida dell’Eucaristia, 21 marzo 2004.

40 Teresa di Gesù, Relazioni spirituali, n. 35, in Opere …, op. cit., p. 505.

41 M.M. Candida dell’Euc., Nella stanza …, op. cit., Cap. III, p. 106.

42 Cfr. Carmelo Mezzasalma, Introduzione, in Madre Maria Candida dell’Eucaristia, Colloqui eucaristici, Edizioni OCD, 2004, p. 54.

43 M. M. Candida dell’Euc. Nella Stanza …, op. cit., Cap. III, p. 104.

44 M. M. Candida dell’Eucaristia, Nella stanza …, op. cit., Cap. III, p. 105.

45 Gen 2,23.

46 Gen 2,24.

47 Madre Maria Candida dell’Eucaristia, Pensieri, Edizioni OCD 2004, pensiero n. 41.

48 Mt 12,50.

49 M. M. Candida dell’Euc., Colloqui …, op. cit., Cap. X, pp. 223-224.

50 P. Mario Caprioli OCD, Dall’Eucaristia, Edizioni OCD, 1981, p. 71.

51 Ibidem.

52 Teresa di Gesù, Castello interiore, in op. cit., III, I, 3, p. 788.

53 Questo è l’appellativo con cui comunemente i primi eremiti del monte Carmelo chiamavano Maria.

54 M. M. Candida dell’Euc., Colloqui …, op. cit., Cap. X, p. 225.

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