Abbandono al cuore dell’Amato
Gesù mio, ti dono il mio cuore.
Anche se vuoi farne
lo svago del tuo amore,
desidero che sia tuo.
Se vuoi lasciarlo in un cantuccio,
lascialo; purché sia tuo.
O dolcissimo Figlio di Maria,
vieni nel mio cuore, ho un posto per te.
La mia anima, le mie facoltà,
i miei sensi, la mia carne,
sono tutti soltanto per te.
Guardami e osserva se c’è in me
qualche cosa o desiderio
che non sia per te.
Se trovi una piega non tua
o che non ti piace,
strappala con forza.
Ma presto!
Ti guardo a lungo, Gesù,
soffrendo anch’io,
mentre pendi dalla croce.
Per sostenere il tuo capo adorato
vorrei togliermi il cuore
e offrirtelo come un guanciale.
Per alleviare la tua sete,
e rinfrescare le tue labbra riarse,
vorrei offrirti il mio sangue,
versandolo nella tazza del mio cuore.
Mi commuove pensare che Tu,
o Gesù, hai sofferto tanto
per mostrare ai tuoi figli
la grandezza del tuo amore
e conquistare il nostro.
Com’è immensa la premura di un Dio
che viene a mendicare il nostro amore!
Tu stesso hai voluto insinuarti,
con tenerezza appassionata,
nelle pene e nelle infermità
della natura umana per provarle,
soffrirle e riscattarle.
Come entrare
nella tua anima santissima
per conoscere il dolore infinito
che ti provoca il peccato dell’uomo
e il rifiuto che opponiamo al tuo amore?
Tutto è stato folle da parte tua:
quasi fossi Tu la creature
e la creatura Dio.
Quando sei assente, Gesù
mi sforzo ugualmente
di fare le cose
che piacciono a Te,
di comportarmi come Tu desideri,
di sacrificarmi e di soffrire per amor tuo,
benché lontano.
Certo, è più difficile farsi violenza
per un bene lontano,
che non attira più sensibilmente
e forse sembra anche crudele.
Però la tua grazia non manca mai
e ti doni alle anime con maggiore amore,
benché sembri così smisuratamente lontano.
Ti ringrazio, Gesù,
per il dono della tua passione,
che a volte mi concedi
e di cui non sono degna.
Non la cambierei
con tutte le lodi del mondo.
Io ti chiedo, Gesù: parla!
Che vuoi da me? Cosa vuoi che io faccia?
E Tu sempre con la medesima pazienza,
come fosse la prima volta, non chiedi altro che questo:
Amami!
O Gesù,
quando entrerò nel paradiso,
non voglio vedere né godere nulla,
ma soltanto immergermi nel tuo Cuore.
E il tuo Cuore il mio paradiso.
Ma anche qui sulla terra
vorrei gettarmi subito
in questo abisso poiché non so vivere senza amarlo.
È lunga l’attesa
di gettarmi nel tuo Cuore,
di trovarmi finalmente vicino a Te,
nel paradiso. Mi hai fatto soffrire per amore,
ed ora, per amore
non voglio altro che Te,
fortemente goduto,
eternamente posseduto.
Tante volte mi è sembrato
di essere per Te come una colomba,
che Tu trattieni per le ali
impedendole di volare.
Infine ti stancherai e proverai pietà
per la povera colomba:
allora aprirai la mano per lasciarla volare,
restituendole la libertà
perché si spinga
non alle fiamme del male,
ma alla reggia del tuo Cuore.
Allora io, libera, scapperò nei cieli.
Perché, Signore
la tua voce e la tua luce
non mi raggiunsero prima?
Ti avrei subito obbedito.
Quando la tua grazia
mi invitò a cambiare,
ti ho ascoltato senza ritardo.
O mio Gesù,
io ti adoro anche in questo:
di non avermi raggiunta
e chiamata prima!
Tutti gli errori che ho commesso
furono per me un bene:
perché ti glorificassi tutta la vita
con il dolore e l’umiliazione di averli commessi.
Sinceramente, questi errori
furono per me un bene,
come due passi indietro
per prendere meglio
lo slancio per il salto.
Sì, o Signore, poi saltai subito nella tua via.
Sento, o Gesù, e non temo di mentire
che non fossi mai caduto nel peccato
e fossi rimasta sempre buona e innocente,
non avrei preso lo slancio
e il coraggio con cui mi sono offerta a Te
per sempre.
Sì, o Gesù,
mi pare che non ti avrei amato tanto,
né fatto mai per Te
tutte quelle pazzie nella vita,
se non avessi avuto la disgrazia di offenderti.
Quanto ti ho amato, o mio Gesù!
Ho goduto di unione fortissima
fino a temere che le forze mi abbandonassero.
Per questi doni e promesse
ho creduto di ricevere presto
la tua sicura ricchezza.
Ora so che erano soltanto promesse
di ciò che volevi darmi,
passando prima per dove Tu vuoi condurmi.
Più volte, avendo nel mio intelletto
un po’ di conoscenza di ciò che sei,
Ti ho chiesto: “Ma Tu chi sei, Gesù?”
Ma quanto buio in confronto alla realtà!
Vedendo ciò che sei e cosa puoi donare,
la mia anima, sorpresa e felice,
non ha resistito a farti questa domanda.
O Gesù, io vedo molto, anche se non so spiegare.
Scorgo la tua immensità e
quanto riservi per i tuoi figli.
Ma forse non vedo nulla, pur sembrandomi di vedere molto.
Soltanto la vista della natura,
della sua bellezza,
faceva trasalire e rallegrare il mio cuore.
Come è facile e immediato
posare un bacio sulle cose belle
che il mio Dio ha creato: i fiori, gli uccelli innocenti,
tutto quanto parla di Lui.
È il mio bacio al Creatore, alle creature,
perché lo portino a Lui.
Mio Dio,
chi non ha gustato in questa povera vita
il tuo Amore, cosa ha gustato?
Chi non ha immerso il suo cuore
nelle fiamme del tuo Amore,
dove lo ha posto?
Il nostro cuore ha bisogno
di amarti, o immenso Bene!
Alla sera della vita, Signore,
piena di gioia e di calma,
desidero dirti: “ Ho fatto tutto quello che volevi, mio Dio”.
Guardando la mia vita che tramonta
voglio ripetere con te,
o Gesù, consumatum est,
come alla soglia del paradiso.
Posso tutto, se tu mi dai la forza.
L’ho sempre chiesto , mi è stato anche promesso:
sono sicura che mi sarà concesso.